Editoria
La protesta delle cooperative:
"Basta tagli all'editoria"
Mediacoop, Fnsi, periodici cattolici, cooperative, Articolo 21, Comitato per la libertà dell’informazione: queste alcune delle organizzazioni che hanno indetto la giornata di mobilitazione del 28 settembre a Roma, nella sala del Mappamondo della Camera dei deputati. Il presidente di Mediacoop, Mario Salani, ha espresso la collettiva preoccupazione per la sopravvivenza di oltre 100 testate edite in cooperativa, no profit, di idee, di partito.
La relazione è stata affidata al presidente onorario di Mediacoop, Lelio Grassucci, il quale ha rilevato i rischi che corre il pluralismo dell’informazione con la chiusura possibile di decine di testate, la perdita di quasi 500.000 copie di quotidiani, la disoccupazione di 4.000 giornalisti e poligrafici. Grassucci ha spiegato che dei 194 milioni stanziati per il 2012 per il fondo dei contributi all’editoria, 50 saranno utilizzati per il rateo di un debito della presidenza del Consiglio con Poste Spa; 40 saranno prelevati per coprire il costo della convenzione con la Rai; altri 20 milioni sono destinati a coprire altre spese varie.
Resterebbero 80 milioni rispetto a un fabbisogno di 170-180 milioni. Mediacoop propone un immediato intervento del governo indirizzato: 1) all’equiparazione dell’Iva sui gadget venduti nelle edicole (ora prevista al 4%) al 21% previsto per altre merci.
La conseguenza sarebbe la raccolta di 40 milioni per l’editoria; 2) allo spostamento delle risorse per la convenzione Rai (38-40 milioni) a un altro capitolo di spesa, ripristinando queste risorse per l’editoria; 3) all’individuazione di nuove norme nel regolamento che prevedano contributi erogati alle aziende commisurati al numero dei dipendenti che entro il 31/12/2010 operavano nelle testate. Grassucci ha sottolineato che in questo modo si potrebbero salvare le aziende e le testate e si potrebbe porre mano a una seria riforma della legge sull’editoria.
"Sono quattro anni che l’editoria no profit è sottoposta a tagli: questo pone un problema non solo di libertà d’informazione, ma di sopravvivenza di un importante settore economico". Non usa mezzi termini Fulvio Fammoni, della segreteria confederale della Cgil, nel commentare le ragioni che hanno indotto alla convocazione dell'assemblea pubblica.
"Oggi le 90 testate interessate dal finanziamento pubblico sono tutte a rischio chiusura – continua Fammoni –. Questo comporterebbe il taglio di 400.000 copie giornaliere, il licenziamento di 4.000 persone tra giornalisti e poligrafici, con ricadute sull’indotto; basti pensare all’industria della carta e a quella tipografica. La fine del finanziamento pubblico, dunque, non costituirebbe solamente un colpo alla libera informazione del paese, ma produrrebbe anche un saldo negativo in termini economici".
Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi, presente ai lavori, esprime il punto di vista del sindacato di categoria: "Vogliamo riaffermare un principio costituzionale – dice –, quello secondo cui tutte le idee e le forze che rappresentano aree deboli, minoranze linguistiche, gruppi che non hanno alle spalle una forza economica rilevante, possano raggiungere l’opinione pubblica. Per questo deve restare il finanziamento pubblico all’editoria, pur con regole molto rigorose".
Tanti altri interventi hanno animato la giornata (la nostra diretta Twitter). Emilia De Biasi (Pd), componente della Commissione cultura alla Camera, illustra i numeri della crisi: "I tagli all'editoria no profit saliranno dai 30 ai 40 milioni di euro. Il problema è che il mondo politico sembra sordo rispetto a questi temi, invece serve una grande alleanza".
E poi ci sono i giornali in difficoltà. Il direttore del Manifesto, Norma Rangeri, lancia l'allarme: "I tagli al nostro giornale sono molto dolorosi, non sopravviviamo senza contributo pubblico". Dino Greco, direttore di Liberazione: "Non ha senso accomunare i giornali alla casta, non bisogna colpire nel mucchio". Anche i settimanali cattolici della Fisc sono presenti e si mobilitano a difesa del contributo pubblico per l'editoria di qualità.
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